Die Weihnachtsfeier. Ein Gespräch di Friedrich Schleiermacher è uno degli esempi più interessanti di come, nel romanticismo, forma letteraria, contesto vitale e autobiografico, tesi filosofiche costituissero un complesso unitario e spesso di difficile interpretazione. Nel caso del dialogo schleiermacheriano sul Natale è possibile distinguere due livelli di lettura storiografica: uno, rivolto soprattutto al contesto, consente di identificare i riferimenti biografici e l'ambiente reale a cui allude l'autore; un secondo, strettamente legato al primo, ma non necessariamente riducibile ad esso, ha invece un valore, per così dire, "autointerpretativo". Alla luce di questo secondo livello di lettura, questa breve opera di Schleiermacher mostra di essere ben più di uno scritto occasionale per il Natale del 1806. Esso nasconde e rivela al contempo, nelle trame di un gioco di rimandi e allusioni biografiche, la volontà di rottura con il circolo romantico, a cui pure il dialogo è dedicato, e segna l'inizio per l'autore di una riflessione nuova e autonoma.
Schleiermacher's Die Weihnachtsfeier. Ein Gespräch is one of the most interesting examples from the Romantic period of how literary form, vital and autobiographical context, and philosophical theses, constitute a unitary complex which is often difficult to interpret. In the Schleiermacherian dialogue on Christmas Eve, two levels of historiographical reading can be distinguished: a first level deals mainly with the context, and enables the identification of biographical references and the actual environment alluded to by the author; a second level, closely related to the first but not necessarily reducible to it, has a "self-interpretative" value. On this second level of reading, Schleiermacher's short work proves to be more than just a casual text for Christmas 1806. It simultaneously hides and reveals a willingness to break with the Romantic circle to whom the dialogue is dedicated, and marks the beginning of a new and autonomous kind of reflection for the author.